Topic: Casey Stoner  (Read 1284 times)


Offline donnie

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« on: 21 January 2013, 11:00:06 AM »
Non ha niente a che vedere con il motoclub, ma essendo questo un forum di appassionati di moto, penso sia doverso fare una dedica ad uno dei più grandi piloti (forse il più talentuoso) che abbia potuto ammirare da un pò di anni a questa parte. Non è morto  :1grin: per fortuna, ma ha deciso di lasciare il motoclismo con grande dispiacere per tutti gli appassionati, credo anche per coloro che vedono solo giallo  :1evil: :1evil: :1evil:.
L'Australia mi ha fatto conoscere tanti grandi piloti, da Gardner a Doohan, da McCoy al grande Bayliss ma a mio avviso, Stoner è stato quello più talentuoso. Probabilmente se fosse stato anche un pò "politico", in stile Doohan o Rossi tanto per intenderci, avrebbe dettato legge per un pò di tempo. Invece la sua schiettezza è sempre stata mal digerita dagli addetti ai lavori.
Il web è pieno di notizie che lo riguardano, così ne ho prese due a caso. Una che lo descrive, e una che racconta un pò la storia fino al primo mondiale.

Casey Stoner nasce nel 1985 a Southport in Australia e vive a Curri Curri una cittadina dal nome profetico per un campione di Motociclismo.
A soli tre anni Casey si appropria della PeeWee 50cc della sorella maggiore anch'essa campionessa di moto.
Ha iniziato con una X sulla moto. Successivamente si trasferisce nel Queensland, dove era nato e dove comincia la sua carriera agonistica.
A 4 anni Stoner corre  la sua prima gara di Dirt Track, nella categoria minori di 9 anni, ad Hatchers nella Gold Coast.
A 6 vince il suo primo titolo australiano della categoria.
Da quel momento la sua vita si è praticamente divisa unicamente tra allenamenti, viaggi e gare: dai 6 ai 14 anni, accompagnato dal padre Colin che gli faceva da meccanico, dalla madre Bronwyn, nella veste di insegnante e dalla sorella che seguiva la vita nomade della famiglia, ha gareggiato in tutti gli stati australiani.
In questo arco di tempo Stoner il giovane pilota “down under” ha conquistato qualcosa come 41 titoli australiani di Dirt e Long Track e 70 titoli statali, gareggiando in cinque categorie diverse, in competizioni di sette round ciascuna.
Questo significa che, ogni fine settimana di gara, Casey guidava cinque moto di cilindrate diverse per un totale di 35 gare a week end.
In un’occasione ne ha vinte 32 su 35.
Compiuti i 14 anni la famiglia decide di trasferirsi in Europa.
Casey Stoner è raccomandato niente meno che dal mitico pluricampione Mick Doohan, e così comincia la sua carriera in pista considerando che in Australia non sarebbe stato legalmente possibile fino ai 16 anni di età.
Nel 2000, Stoner prende parte ad alcune manche del campionato di Spagna 125cc dopodichè in Inghilterra trova il necessario supporto economico per affrontare il campionato dopo una sola gara. Al termine della sua prima stagione,  vince il titolo inglese del Campionato Aprilia 125cc
Mentre gareggia nelle due gare del Campionato Spagnolo 125cc Casey viene notato da Alberto Puig, che lo  ingaggia nel team Telefonica Movistar 125cc per disputare il Campionato Spagnolo 125cc dell’anno seguente.
Nel 2001 Casey corre sia nella serie inglese sia in quella spagnola e, nonostante non abbia disputato diverse gare a causa di un infortunio,  arriva secondo in entrambi i campionati.
Lucio Cecchinello lo prende sotto la sua ala protettrice nel 2002 offrendogli il manubrio nelle 250cc.
Appena sedicenne Stoner diventa il più giovane pilota a qualificarsi sulle prime due file di un GP 250cc.
Forse non completamente convinto dell’esperienza, Casey decide di scendere di categoria, nella squadra LCR, con una Aprilia factory sempre nel Team di Cecchinello nel 2003.
Alla fine del campionato sarà ottavo assoluto.
Nel 2004, a 18 anni  passa alla KTM, sempre nella classe 125cc, dove  contribuisce in maniera determinante allo sviluppo del progetto della Casa austriaca, alla quale  regala anche la prima vittoria mondiale, nel GP di Assen.
Nel mondiale si  classifica quinto assoluto.
Nel 2005 Casey l'australiano torna nel team LCR per guidare l’Aprilia ufficiale 250cc.
Lottato per il titolo con Dani Pedrosa salendo sul podio dieci volte, cinque delle quali sul gradino più alto: in Portogallo, a Shanghai, in Qatar, a Sepang e ad Istanbul; alla fine è secondo in campionato.
Sempre nel 2001 Stoner corre come wild card nel mondiale 125cc in Inghilterra ed in Australia arrivando rispettivamente 18° e 12°.
Casey Stoner approda alla classe regina nel 2006, ad appena vent’anni, sempre vestendo i colori del team LCR di Lucio Cecchinello e dimostrandosi subito velocissimo.
Realizza la pole position appena alla sua seconda gara di MotoGP, in Qatar, e lotta per la vittoria fino all’ultima curva, nel GP della Turchia, concludendo al secondo posto, a 2 decimi dal vincitore Melandri .
Stoner è ottavo assoluto nel suo anno d’esordio,  dimostrando di essersi già perfettamente inserito tra i top rider della classe regina, della quale è il pilota più giovane in assoluto, ma con il nomignolo di "Rolling Stoner" per le numerose cadute.
Nel 2007 Casey veste i colori del Ducati MotoGP Team, a fianco dell’esperto Loris Capirossi.
Nei test invernali è spesso tra i più veloci dimostrando di essersi adattato rapidamente alla Desmosedici GP7 e alle gomme Bridgestone.
Stoner durante il campionato ottiene risultati clamorosi, inanellando otto vittorie e tre podi, e viene consacrato campione del mondo sul circuito di Motegi il 23 settembre, con tre gare di anticipo e soprannominato ora  "Ba-Stoner".

A Valencia, il motomondiale ha dato l'addio a Casey Stoner. Nei suoi sette anni di militanza in classe regina, fiumi di parole sono stati spesi nel tentativo di descrivere l'australiano. Spesso in equilibrio precario sulla sottile linea tra genio e sregolatezza, il biondo dallo sguardo malinconico ha polarizzato i giudizi di addetti ai lavori e tifosi, attirando su di sé diverse critiche e altrettante lodi, scongiurando l'indifferenza con uno stile senza compromessi dentro e fuori dalla pista e vincendo, nel mentre, due titoli mondiali con Ducati e Honda.
Per tracciare i contorni di un personaggio complesso, a volte i numeri vengono in aiuto al linguaggio. E quelli di Stoner parlano chiaro. Esponente, insieme a Pedrosa e Lorenzo, di una nuova generazione di piloti votati a raccogliere (o meglio, strappare) il testimone del motociclismo dalle mani di Valentino Rossi, Casey non ha condiviso coi due spagnoli le caratteristiche del bambino prodigio. Forse perché bisognoso di tanti cavalli per esprimere fino in fondo il suo talento, l'apprendistato dell'australiano nelle classi minori è stato arduo: è arrivato con sole 7 vittorie in classe regina, contro le 23 di Pedrosa e 21 di Lorenzo. Tuttavia, giunto in MotoGP da outsider nel 2006, Stoner dimostra di non avere timori reverenziali, realizzando la sua prima pole position alla seconda gara (tuttora il più giovane a realizzare l'impresa nell'era delle quattro tempi all'età di 20 anni e 173 giorni). Negli anni a seguire, Stoner partirà dalla prima casella in altre 38 occasioni (43 in totale), conquistando ben 12 turni di qualifiche nel solo 2011, un record assoluto.
Sono però le vittorie in gara a consegnare un pilota alla storia, e Stoner è assurto al ruolo di protagonista assoluto dell'era delle 800 con 33 successi. Di questi, 23 sono arrivati in sella alla Ducati, con la quale è stato l'ultimo pilota a vincere (Phillip Island 2010). Il talento di Stoner nel domare la Rossa è testimoniato anche dal fatto che l'ultima vittoria di un altro pilota sulla Desmosedici risalga al 2007, quando Capirossi vinse a Motegi.
In tutto, il 'Canguro' è salito sul gradino del podio in 46 occasioni (89 i podi totali, la tabella è precedente a Valencia). In caso di vittoria a Valencia, curiosamente, lascerebbe lo sport con un numero di successi uguale alla cifra sul cupolino di Valentino Rossi, con il quale Stoner ha più incrociato traiettorie e scambiato
Le difficoltà di Ducati dopo il suo esodo in Honda ne rivalutano indubbiamente la carriera, e proprio da Rossi è arrivata l'ultima, definitiva consacrazione di un talento che, a prescindere dalle simpatie individuali, mancherà a questo sport. Veloce ma scostante, sincero ai limiti della scontrosità, Stoner lascia con l'impressione che gli ostacoli maggiori gli abbia sempre trovati dentro di sé, non tra le curve dei circuiti di mezzo mondo. Forse, lottare in danze vorticose con la moto era un modo per esorcizzare i suoi demoni. Magari invece, una volta messi tuta e casco nello sgabuzzino, troverà nella famiglia e nel ritorno alla terra natia la felicità che elude tanti altri. Di sicuro, porterà con sé il rispetto di amici e rivali. A cambiare idea, poi, si fa sempre in tempo.
E poi, prima o poi, si stancherà di pescare! Lo spero vivamente  :1laugh: :1laugh: :1laugh:

Di seguito alcune dichiarazioni di nomi che girano intorno al mondo delle due ruote, anche di coloro che in passato hanno sempre dubitato delle qualità dell'australiano, forse perchè accecati dal tifo.

Zamagni: STONER: UN FENOMENO, ALTRO CHE PSICOPATICO
Tra i più bersagliati è sempre stato però Casey Stoner, “colpevole” di essere “nemico” di Valentino Rossi, con il quale si becca continuamente, ancora adesso che ha smesso di correre e vive dall’altra parte delmondo. Quest’anno, poi, Stoner ha dovuto subire ogni tipo di insulto – “è uno psicopatico” quello usato per la maggiore – dopo aver annunciato il ritiro: d’accordo, i tempi e i modi sono stati discutibili, ma per quanto riguarda le sue motivazioni, quelle non devono, o non dovrebbero essere in nessun modo giudicate. Casey è uno che ha dato al motociclismo tantissimo (probabilmente più di quanto ha ricevuto), grazie a una guida straordinaria e a un controllo della moto fenomenale, unico, forse perfino irripetibile. Ma non basta: sui blog e nei commenti, Stoner viene descritto come un pazzo da rinchiudere, invece che come un campione da esaltare.

Cereghini: Adesso che appende il casco al chiodo e torna a casa, più pesante mi appare il ritardo con il quale ho saputo riconoscere l’immenso talento di Casey Stoner. Al di là del carattere irascibile o di qualche debolezza è un fenomeno assoluto, un portento di efficacia sulla moto. Sono sincero, per me è stato difficile valutare correttamente le sue imprese con l’illeggibile Ducati: lui solo l’ha sfruttata e pareva un miracolo più che un fatto tecnico, persino in Ducati non sapevano spiegare la questione, e solo quando è montato sulla Honda abbiamo (ed ho) saputo finalmente compararlo e giudicarlo. Meglio tardi che mai, dirà qualcuno. Ed altri aggiungeranno: non eri del tutto obbiettivo, eri sbilanciato “pro-Rossi”. Ma forse sono quelli, sincerità per sincerità, che erano sbilanciati “contro-Rossi”. Comunque sia, grazie Casey!

Rossi: Da pilota esperto, come giudichi le prestazioni di Stoner con questa Ducati da “sgrossare”? Casey ha veramente qualità che gli altri piloti non hanno?
«Stoner è molto veloce ed è molto bravo a guidare in ogni condizione, ad adattarsi a quello che ha
Si può fare un paragone con Stoner sulla Ducati?
«Intanto lui era in forma al 100% e conosceva questa moto da quattro anni, mentre io da qualche mese. C’è anche una questione tecnica: lui guidava molto forte, ma poi non è che vinceva tanto, soprattutto negli ultimi anni. Andava spesso al limite e poi sbagliava. Inoltre, Honda e Yamaha hanno fatto un salto in avanti più grande e sono più competitive del 2010, mentre la Ducati è più o meno quella. Ma anche io non sto guidando come faceva Stoner»

Allora Valentino sulla Ducati aveva ragione Melandri: solo Casey Stoner riesce a guidarla.
“Anche se avesse ragione, non lo direi mai! Sicuramente è una moto difficile, ma c’è la possibilità di metterla a posto e di farla diventare più facile e veloce. Quest’anno il problema più grande della Ducati è la Honda, che ha fatto una salto in avanti incredibile: potrebbe dominare per i prossimi 4-5 anni, come è successo in passato
Stoner va forte solo per l’elettronica.
“Si è cominciato a dirlo nel 2007, ma non è vero. La realtà è che Stoner è stato sottovalutato nelle categorie minori, perché, per vari motivi, ha vinto poco rispetto ad altri. Quando è arrivato alla Ducati ha dimostrato il suo talento: non va forte solo per l’elettronica

Capirossi: La Ducati ha un grande potenziale, ma con un limite molto limitato per essere veramente competitivi. Se vai ad analizzare le prestazioni di Stoner dell’anno scorso e del 2011, vedi che con la Desmosedici dava un secondo ai suoi compagni di squadra, ma con la Honda non dà un secondo a Pedrosa: questo significa che Casey riusciva a sfruttare al meglio la Ducati con il suo stile di guida. Ho analizzato attentamente la sua telemetria dell’anno scorso: lui usa tantissimo il freno posteriore, ma, complessivamente, stacca presto e poco. Una cosa facile a dirsi, ma difficilissima a farsi: io non ci riesco”.
Quindi aveva ragione Marco Melandri quando criticava la Ducati? La risposta è velenosa.
“No, non aveva ragione, perché siamo professionisti e devi sempre provare a fare il massimo in qualsiasi condizione, non mettersi le mani in tasca come ha fatto lui nel 2008”.
Anche Andrea Dovizioso ha studiato la telemetria di Stoner.
“Sono rimasto stupito – afferma – dal suo angolo in curva: sta tutto fuori dalla moto, ma piega pochissimo e raddrizza molto rapidamente. Guidare in questo modo da un grandissimo vantaggio, specie con queste gomme Bridgestone”

Dovizioso spiega perché Stoner è così avvantaggiato a Phillip Island.
«Fa la differenza perché lui non ha percorrenza di curva: frena e dà gas, per lui non esiste la transizione centrale che, a causa del vento, diventa il punto critico per tutti gli altri piloti, ma per la particolarità di questo tracciato avrebbe grande vantaggio anche se non ci fosse il vento. Come fa la differenza è chiarissimo, riuscirci, però, è un’altra cosa. E’ proprio una questione di stile di guida: il suo talento è la grande sensibilità, se non hai quella non puoi fare le cose che fa lui: inizia a derapare molto prima di tutti gli altri»

Dovizioso: Nel 2013 non ci sarà più Stoner: cosa cambia per la MotoGP?
«Cambia tanto. Per me che sono appassionato di moto, vedere guidare Casey era uno spettacolo assoluto: personalmente, mi mancherà quello che faceva e come lo faceva. Sicuramente è meglio per tutti che lui abbia smesso di correre, perché era un avversario difficilissimo da battere. Per certi versi, Stoner ha cambiato la MotoGP, l’approccio alle prove, le linee in pista. E’ sempre stato un punto di riferimento, gli bastava un giro per andare forte. Mi ricordo che quando io facevo la 250, Rossi dominava la MotoGP e ci si stupiva che nei test dopo gara, dopo solo quattro giri, Valentino arrivasse già al primato della pista. Stoner lo faceva in un solo giro: impressionante! Ha fatto capire che si possono fare certe cose e, a modo suo, è sempre stato molto incisivo in tutto quello che faceva: mancherà alla MotoGP».

Nakamoto: Casey Stoner si è ritirato a fine stagione. Cosa ne pensa del suo ultimo anno?
«Casey ci aveva già detto lo scorso anno, dopo la vittoria del Mondiale in Australia, che pensava di ritirarsi a fine 2012. Abbiamo provato a convincerlo ma è stato irremovibile, e ha annunciato la sua decisione con molto anticipo. Speravo che la cosa lo motivasse a vincere il suo ultimo titolo, ritirandosi da vincitore, ma sfortunatamente le cose non sono andate così. Va bene lo stesso, abbiamo avuto comunque un'ottima stagione.»
Deluso per non essere riuscito a fargli cambiare idea?
«Amo Casey come pilota, e non riesco a pensare ad un altro pilota con cui mi piacerebbe di più correre. E' incredibilmente veloce, non credevamo che le nostre moto potessero andare tanto forte con lui sopra. Quando Casey è nello stato d'animo giusto, nessuno è veloce come lui: dopo il GP d'Australia, appena sceso di sella, la sua prima dichiarazione è stata che sarebbe andato ancora più forte se non avesse avuto una caviglia rotta. Abbiamo fatto una festa, dopo di cui abbiamo parlato da soli. Il giorno successivo qualcuno mi ha chiesto di cosa avessimo parlato, perché pare che Casey, la mattina dopo, abbia detto "forse, dopotutto, dovrei continuare a correre". Per noi correre con Casey è stato sbalorditivo, se mai decidesse di ritornare troverà sempre un caldo benvenuto. Gli ho detto che l'offerta è sempre valida.»

Hayden: Nessuno meglio di te può dire chi è più forte tra Stoner e Rossi…
“Non si può rispondere a questa domanda. Stoner è talento puro, un pilota velocissimo, ma i numeri e i primati di Rossi sono impressionanti: sono due grandissimi piloti”.

Claudio Pellizzon: Un tuo giudizio sul caso dell’anno, il divorzio Valentino-Ducati?
«L’errore di Ducati è stato quello di non dare retta ai tanti piloti che non riuscivano assolutamente a guidare la loro moto. Rossi è un campione, ma veniva da moto molto buone; quando improvvisamente cominci a cadere a ripetizione è inevitabile che scatti un interruttore automatico nella testa, non importa quanti soldi prendi di ingaggio. Credo che ora che torna in Yamaha comunque gli servirà qualche gara per riassestarsi e ritrovare la sicurezza del campione. La domanda irrisolta è come Stoner riuscisse invece ad andare così forte :secondo me lui è molto più fuoriclasse di quanto si ritenesse, ed inoltre aveva tanta fame di vittorie.»

Penso che la parte finale dell'intervista a Pellizzon non lascia spazio a dubbi. Non gli avevano chiesto di Stoner  :1wink:

Una delle tante dichiarazioni di Casey, forse quella in cui si è levato tanti sassolini dalla scarpa:
Non mi è piaciuto che Burgess e Valentino abbiano parlato male di me, criticando il mio finale di  stagione. Hanno detto che non conoscevano il potenziale reale della moto perché io non spingevo al massimo e cose del genere... Jeremy (Burgess ndr) dice che bastano 18 secondi per sistemare la moto, perché ha una messa a punto molto semplice. Sono passati mesi e mesi, ma la moto non migliora. Secondo me devono tenere la bocca chiusa, perché non hanno capito come guidare questa moto. Ora hanno più rispetto per me e per il mio team.

Evito di pubblicare interviste a Melandri sul binomio Rossi-Ducati perchè non riguarda Stoner  :1rolleyes:

Ed ecco una delle foto più impressionanti  :1grin:





















   

« Last Edit: 21 January 2013, 11:19:00 AM by donnie »

Offline susty

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« Reply #1 on: 21 January 2013, 15:49:42 PM »
Purtroppo il motociclismo e' fatto da anni da tifosi che si sono abvicinati a questo sport nell'era Rossi .......ignorando le due tempi e gli anni eroici di questo splendido sport .....ci sono persone che non ammettono che quello di lagunaseca fu un errore di Valentino arrivando lungo e tagliando il cavatappi ....... se lo avesse fatto un altro si beccava la bandiera nera ......

panda

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« Reply #2 on: 21 January 2013, 16:30:40 PM »
vincerà anche con le auto

vedi petheransell.........ieri ha vinto l'ennesima dakar anche con le auto

spero di vedere casey nel DTM o nel WRC

Offline donnie

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« Reply #3 on: 21 January 2013, 17:48:54 PM »
Io spero di vederlo di nuovo sulle moto. Quando un motociclista abbandona (vedi Troy) è sempre un peccato. Figuriamoci se molto giovane  :(

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« Reply #4 on: 21 January 2013, 19:05:43 PM »
a tutti piacerebbe rivederlo in corsa ma il lato caratteriale è sempre stato il suo tallone d'Achille. sembra "svuotato"!

Offline susty

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« Reply #5 on: 21 January 2013, 20:27:38 PM »
È svuotato solo quando è con i piedi per terra ......quando sale sulla moto diventa un diavolo ......

Offline donnie

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« Reply #6 on: 22 January 2013, 00:06:35 AM »
Il carattere è dovuto a quei 4 buffoni di italia1, cereghini compreso. E aggiungo pure a tutto il team ducati che in tempi non lontani, aveva davvero pensato che il problema della loro moto fosse il pilota. Ancora ricordo l'entusiasmo nei giorni successivi alla firma da parte di Rossi. Avrebbero polverizzato tutti i record, salvo prendere poi quasi 2 secondi dallo stesso Stoner nello stesso circuito dove un giorno prima gli era arrivato davanti con la loro moto.  Stoner è una persona seria, non un pataccaro che si vende alla tv e alla dorna. Non ha mai avuto peli sulla lingua e vorrei vedere pure. Dopo il trattamento riservato al team Ducati nel 2008 (era impensabile che una fabbrichetta con pochi operai arrivasse davanti ai colossi giapponesi), si sono ripetuti nel 2011 e dopo aver zavorrato le honda, a campionato già iniziato  hanno cambiato anche le gomme. Del resto Stoner aveva suonato Lorenzo sui circuiti spagnoli e probabilmente se non avessero agito in tal senso, il buon Casey si sarebbe ripetuto come nel 2011. Che spettacolo sarebbe stato per il motociclismo? Gare solitarie? E così Stoner, schifato da tali comportamenti, con largo anticipo ha salutato tutti. Se avesse fatto come Rossi negli anni in cui il fenomeno giocava come il gatto con il topo, Stoner avrebbe il secondo nel polso e probabilmente qualche mondiale in più. Mah...speriamo almeno di vedere Rossi e Marquez subito competitivi. Altrimenti saremo costretti a gustarci solo i duelli Pedrosa-Lorenzo  :1grin:

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« Reply #7 on: 22 January 2013, 10:33:22 AM »
a rischio di andare ot, preferisco la SB!!