Mercoledì 6 Giugno 2012
Poti (GEO) - Akhaltsikhe (GEO)
307 km.
Da oggi, posso dire che inizio a fare il turista per davvero – le tappe si fanno infatti più brevi, per darmi modo di visitare ciò che mi sono ripromesso di vedere.
Partenza all’alba (senza colazione!) e mi immetto sulla M2 (E97) direzione Tblisi.
Mi accorgo che la visiera del casco balla in modo inusuale – mi fermo e controllo; ho perso uno dei fermagli che la tengono in posizione! Evidentemente, la sera prima, nel rimontarla dopo averla pulita non ho stretto bene. Non c’è problema, l’american tape ripara tutto! :idea:
Oltre alle buche, mi sorprende la miriade di mucche in mezzo alla strada – non mi danno l’idea di essere al pascolo, sono proprio abbandonante a se stesse forse dall’alba – mi auguro che la sera vengano ricondotte nelle loro stalle.
Sono veramente pericolose, specie quelle che si sdraiano ai lati della strada, e se all’ombra di un albero – le vedi solo all’ultimo minuto.

Di tanto in tanto, qualche automobilista georgiano cerca di ingaggiarmi in qualche gara “pisellometrica” – ovviamente lo lascio passare.
Polizia ne incontro spesso – è ferma ai lati della strada ma non mi pare attenta al traffico, stanno li fermi, a fumare e bighellonare. Sembrano addirittura intimoriti da questi scalmanati automobilisti!
Passo per Samtredia e per un breve tratto costeggio il fiume Rioni che nasce dalla catena montuosa del Caucaso; il colore dell’acqua non lascia dubbi circa la sua provenienza.

Arrivo a Kutaisi (seconda città della Georgia) e mi metto alla ricerca della Cattedrale di Bagrati, costruita nel secolo XI.
La Lonely (aggiornata al 2008), lascia intendere che la Cattedrale sarebbe stata, di li a poco, restaurata.
Così è, e – dopo una faticosa scarpinata a piedi – la trovo purtroppo chiusa!

Mi colpisce questa grande e pacchiana piazza, forse la più importante a Kutiasi; piena di statue di animali rivestiti in simil oro.

Riprendo la strada che mi porterebbe a Tbilisi ma, all’altezza di Khashuri, piego a sud lungo la M8. La strada ben presto inizia a salire e la temperatura si fa più gradevole.
Di tanto in tanto si trovano lungo la strada, i resti di quelli che potrebbero essere state delle piccole fortezze.

Arrivo a Akhaltsikhe nel primo pomeriggio, così da avere tutto il tempo per visitare il Monastero di Sapara e la città di Vardzia.
La Lonely riporta che il Monastero di Sapara è distante 12 km. dal centro della città, ma non spiega come arrivarci e, su tutto, non entra nei dettagli circa il fondo stradale. A fatica trovo le indicazioni per il Monastero ma mi trovo di fronte una strada ripida, fatta di ciotoli, credo difficile da percorrere con la mia moto. Chiedo informazioni e riesco a capire che, dall’altra parte della montagna ove si erige il Monastero (e che dalla città di Akhaltsikhe non è comunque visibile) ci dovrebbe essere un’altra strada, in migliori condizioni. Dopo un lungo cercare, finalmente la trovo, ma mi pare peggiore della prima.
Cambio allora strategia di attacco, vado in cerca dell’albergo e poi si vedrà. Giro non poco per trovarne un decente – alla fine scelgo il Prestige, dal nome altisonante.
Per la visita al Monastero, la proprietaria mi suggerisce di affidarmi ad un tassista che, in meno di 5 minuti, si materializza di fronte a me – concordiamo il prezzo per la visita a Sapara, compresa anche la città rupestre di Vardzia.
Le condizioni della Ford Escort adibito a taxi, sono quelle che si possono immaginare …

Capisco subito che l’autista è un folle alla guida; gli faccio capire che non ho fretta – mi dice che lui è un “professional” alla guida ....

La strada per il monastero di Sapara è impervia, non avrei potuto percorrerla con la mia moto mukka!
Ad esclusione del cartello all’inizio del sentiero, non ci sono altre indicazioni stradali; si incontrano spesso dei bivi ed è difficile capire quale direzione prendere, anche perché non c’è nessuno a cui chiedere. La strada sale ripida, ed il paesaggio è veramente bello ...
